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Mangiare carote, cavolo riccio e patate dolci potrebbe essere un’arma di contrasto
semplice ed efficace per mantenere una buona attività cerebrale e contrastare l’insorgere
della demenza. Merito dei carotenoidi, di cui questi alimenti sono ricchi e che sono le
sostanze che danno loro un colore brillante. In particolare, tra questi luteina e zeaxantina.

A suggerirlo uno studio della University of Georgia, negli Usa, pubblicato sulla rivista
Journal of the International Neuropsychological Society. Gli studiosi hanno preso in esame
40 adulti tra i 65 e gli 86 anni, esaminandone l’attività cerebrale con una risonanza
magnetica mentre tentavano di ricordare abbinamenti di parole che avevano appreso in
precedenza. Dai risultati è emerso che i partecipanti con livelli più bassi di luteina e
zeaxantina dovevano usare più energia cerebrale e fare affidamento in maniera più
pesante su diverse aree del cervello per ricordare gli abbinamenti di parole appresi,
mentre coloro che avevano livelli più elevati di questi due carotenoidi erano in grado di
minimizzare la quantità di attività cerebrale necessaria per completare l’operazione.

In altre parole, erano più “efficienti” dal punto di vista della funzionalità dei neuroni. Servono
altri studi per approfondire ulteriormente il risultato ma secondo Stephen Miller, uno degli
autori dello studio, si potrebbe arrivare potenzialmente a usare «integratori alimentari o
cambiamenti nella dieta, per poter facilmente intervenire e potenzialmente migliorare le
funzioni cognitive negli over 65». (ANSA)